Giulio Pace

La ricerca di Giulio Pace si fonda sulle regole della percezione visiva in certi forme ricorda la chiesa di San Giovanni battista a Mogno Canton Ticino (Svizzera) di Mario Botta.

L’artista partendo da forme geometriche crea strisce di vari colori e di direzioni diverse che muovono la superficie e suggeriscono il volume e il movimento modificando completamente la percezione spaziale. L’artista, attraverso la sovrapposizione di un elemento ambiguo quale la cerniera, cattura la curiosità dello spettatore con lo spostamento progressivo delle strisce. Inoltre incollandola sulla tela senza definire la funzione di apertura o chiusura, l’artista non suggerisce all’osservatore una chiave d’interpretazione ma gli concede ampia libertà.

L’effetto di movimento continuamente variabile attraverso cui le opere prendono vita, anche solo virtualmente, creano un effetto di profondità che attira il nostro occhio illudendoci di una realtà esistente.

Lucrezia Zaffarano

Con l’utilizzo del colore ed elementi ricercati nella realtà quotidiana, l’artista comunica emozioni e sentimenti interiori. Il colore e la linea spesso marcata, delinea il busto e il volto delle figure femminili delle quali il colore dei materiali e le piccole sfere impreziosiscono tutto il lavoro. Le campiture, le sfumature delle stoffe creano contrastanti effetti cromatici in modo da comunicare allo spettatore le emozioni più profonde e personali. Su uno sfondo più o meno e non sempre marcato dal colore emergono grandi icone capaci di affascinare lo spettatore attraverso quel particolare effetto “collage” creato dall’artista sovrapponendo alle immagini elementi particolari come merletti, carte colorate, bottoni, fiori secchi etc. L’effetto “collage” unito all’intensità dei colori che marcano i contorni delle figure riescono a catturare l’attenzione dell’osservatore rendendolo curioso di scavare nell’anima più profonda che l’artista lascia trasparire nelle sue opere.